PESCARA – Torna a Pescara il Mercatino del vintage più atteso alla Fiera di via Tirino l’11 e 12 marzo. Insieme ad una vasta proposta di oggetto vintage e antichi, icone di stile nel settore dell’arredamento e dell’abbigliamento, torna l’approfondimento alle tradizioni artistiche abruzzesi. In occasione della fiera del vintage sarà infatti realizzata una piccola ma significativa esposizione di antica ceramica popolare d’Abruzzo. La ceramica popolare nelle sue multiformi espressioni ha affascinato, dai secoli passati ad oggi, per i suoi simboli e i profili che rappresenta. Sui manufatti regionali si possono cogliere segni che rimandano a concetti riguardanti il mito nelle sue svariate rappresentazioni, tratti che interessano la storia delle tradizioni locali, indicazioni che investono la ritualità religiosa legata a figure di santi protettori. Così boccali, zuppiere, piatti, vasi, brocche, bottiglie e mattonelle si arricchiscono, attraverso il decoro, di valori aggiunti che rendono quanto mai significative le pennellate dell’artista sulle terrecotte.
Ecco alcuni dei simboli che vengono rappresentati nelle più tipiche decorazioni ceramiche abruzzesi. Mazzi o fiori solitari rientrano tra le tematiche più classiche, il fiore si presta ad un’esaltante gamma cromatica e non è casuale la descrizione delle tipologie nelle sue più segrete espressioni. La rosa è presente in molti casi, dall’arte castellana in poi, e ne riassume molte: da quelle mitologiche come fiore sacro a Venere, legata al culto dei morti presso i Romani che celebravano la sua festa: Rosalia, con riferimento alle pene del martirio collegata alla puntura delle sue spine nella tradizione cristiana, nella stessa consuetudine fiore dedicato alla Madonna. Sin dall’antichità il fiore è legato alla bellezza, splendida ed effimera, al senso dell’olfatto che arricchisce il vaso o il piatto su cui è impresso di ulteriori aspetti legati ai cinque sensi, quasi si potesse cogliere il profumo di essi oltre a godere con gli occhi dei multicolori trionfi decorativi.
L’edera, la palma, la quercia, l’ulivo si sviluppano nella gamma cromatica del verde. L’edera insieme alla vite è attributo di Bacco e la si trova infatti anche su brocche e boccali. Per la sua capacità di intrecciarsi in natura, questa pianta ha ispirato accenni all’amore, all’amicizia e alla fedeltà. La palma, che per la disposizione naturale delle foglie simili a raggi si collega al mito del sole ricorda, nella tradizione cristiana, la vittoria sulla morte attraverso il martirio. La quercia, immagine del vigore fisico, simboleggia l’albero della vita. L’ulivo, emblema della pace in ogni paese del Mediterraneo, si raffigura in molte terrecotte del meridione italiano collegandosi non solo per il suo significato, ma soprattutto per la produzione, l’uso e la sua conservazione in otri se spremuto e in vasi se frutto.
Non mancano gli animali. L’uccellino al centro del dipinto, il gallo, il cigno, il cane, il cervo, il cavallo, solo per citarne alcuni. In diversi casi essi diventano firma di scuola della tradizione ceramica come per l’uccellino castellano e il gallo pugliese. Questi volatili rappresentano l’emblema dell’anima il primo e il simbolo solare dovuto alla sua prerogativa di annunciare il sorgere del giorno il secondo. Il cigno, uccello regale, rimanda al mito di Giove che si trasformò così per sedurre Leda ma in contrapposizione al suo bianco piumaggio possiede una carne scura ed è sinonimo di ipocrisia. Se il cane rappresenta la fedeltà e la devozione, il cervo, con la sua mansuetudine, ricorda nel significato cristiano l’immagine del bene e della prudenza. Il cavallo è sinonimo anch’esso di devozione all’uomo e non è un caso che questi animali venissero spesso rappresentati sulle fiasche da pellegrino che lo accompagnavano fedelmente durante il lungo cammino, contenendo acqua da bere.
Di derivazione arcaica era la diffusa usanza di sconfiggere il malocchio, l’invidia. Sentimento serpeggiante nel popolo che poteva “attaccare” persone e cose. L’occhio cattivo della persona invidiosa si contrastava, per il principio logico associativo, con un altro occhio carico di energia positiva che annientava la negatività trasmessa. Le antiche civiltà del Mediterraneo utilizzavano la figura dell’occhio sulla prua delle navi per avere una buona navigazione e i nostri pescatori hanno ereditato tale abitudine. Occhi di smalto divenivano ciondoli indossati dai bambini di chiara valenza apotropaica e il simbolo cristiano dell’occhio di Dio si accosta al solco della tradizione più prosaica.
Tutti questi simboli e tanti ancora con il loro fascino carico si storia saranno esposti nei due giorni di Caccia all’Affare, 11 e 12 marzo, all’interno della Fiera di Via Tirino. Circa 40 piatti della tradizione abruzzese a cavallo tra il XVII e il XX secolo.
Novità di questa edizione è L’Angolo dell’Esperto dove sarà possibile ricevere valutazioni economiche e descrittive gratuitamente in alcune categorie di opere. Accedendo alla fiera di Pescara sarà possibile incontrare gli esperti delle seguenti categorie:
– sabato dalle 10 alle 12 orologi rari e da collezione
– domenica dalle 10 alle 13 antiche bottiglie di liquori, cognac e whisky
– domenica dalle 15 alle 18 boccali e ceramica popolare abruzzese
Novità ulteriore di questa edizione è lo svolgimento della Fiera al 1° piano di via Tirino. Si sale quindi di livello con un’offerta speciale con il biglietto unico ad € 2.
Mini Steet Food con tipicità regionali.
Ingresso gratuito sotto i 12 anni
Parcheggio gratuito e mini street food.
Prossima edizione 13 e 14 maggio 2023
Per informazioni: 0736 256956 393 9862023 FB e IG @cacciallaffare – www.mercatiniantiquari.com – info@mercatiniantiquari.com
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