La canzone è stata scritta nell’estate del 1931. Ellington e la sua band erano stati in viaggio per la parte migliore dell’anno e hanno avuto una pausa tanto necessaria quando hanno suonato quattro settimane di fila alla Lincoln Tavern nella periferia di Chicago.
I Chicagoans della band hanno avuto la possibilità di vedere le loro mogli e tutti gli altri sono stati in grado di stare in un posto, almeno per un pò. Tuttavia, tornarono di nuovo in viaggio quando finirono gli spettacoli alla Lincoln Tavern e passarono mesi prima che Ellington potesse entrare in uno studio di registrazione.
Un brano che costituisce il metro di paragone con qualsiasi altro che pretende di essere all’altezza del genere swing: celebre e irresistibile almeno quanto il suo autore. Nel 2013 James Gravin, dalle colonne del New York Times, ha definito Duke Ellington un vero “titano jazz nero in un’età razzista”: si, perché un’ampia parte della società americana dell’epoca era razzista per davvero. Come fece allora, la musica del Duca, perché è questo il vero mistero, a conquistare tutti? Una grande capacità compositiva unita all’improvvisazione e a un gusto che alcuni hanno accostato a compositori ‘classici’ non sospetti come Prokofiev e Stravinsky.
Brano fresco e blueseggiante, disinvolto come la gioventù della Harlem degli anni ’20, le cui nottate il Nostro ha allietato facendoli ballare. It Dont’ Mean a Thing è infatti il manifesto intellettuale ed ideologico dello Swing: in effetti il titolo completo è It Don’t Mean a Thing (If It Ain’t Got That Swing). La traduzione italiana è pressappoco la seguente: Non significa niente, se non ‘swinga’ in quel modo: preso da un modo di dire diffuso nella società afroamericana, quella parola ha inconsapevolmente creato un genere musicale poi venerato e propugnato dalla stessa società bianca che li respingeva. Il brano, per via della sua irresistibile energia, negli anni è stato oggetto di numerose reinterpretazioni live: tra le più celebri ricordiamo quella con Ella Fitzgerald in Live At Côte D’Azur. Immortale come il suo autore, It Don’t Mean a Thing è arrivato sino al nuovo millennio: nel 2014 è stato coverizzato da Tony Bennett e dalla celeberrima pop star Stefani Joanne Angelina Germanotta, aka Lady Gaga.
TESTO DI IT DON’T MEAN A THING (IF IT AIN’T GOT THAT SWING) – DUKE ELLINGTON
What good is melody?
What good is music?
If it ain’t possessing something sweet
It ain’t the melody
It ain’t the music
There’s something else that makes this song complete
(Bo dolled dolled do da…)
It don’t mean a thing if it ain’t got that swing
(Do Do a Do ap…
Well it don’t mean a thing all you got to do is sing
It makes no difference if it’s sweet or hot
Just give that rhythm ev-ry-thing you got YES
It don’t mean a thing if it ain’t got that swing
It don’t mean a thing
It don’t mean a thing if it ain’t got that swing boy
(Ba ba doo dah doo…)
I said it don’t mean a thing and all you got to do is sing
(La la la…)
Now it makes no difference if it’s sweet or hot
Just give that rhythm ev-ry-thing you got OHH
It don’t mean a thing boy, if it ain’t got-a-that-a-swinga
Doo Wap
Show me