Categorie: Canzoni

Beat me Daddy, Eight to the bar: la versione swing di Glenn Miller

Un brano non propriamente swing, la cui interpretazione di Glenn Miller ha comunque reso di grande importanza

Beat me Daddy, Eight to the Bar è un brano che risale al 1939 ed è opera di Don Raye, Hughie Prince ed Eleanor Sheehy. Il brano è considerato dai più una vera e propria pietra angolare dei nascenti jive e boogie woogie, all’alba degli anni ’40. Si, in effetti non siamo agli albori dello swing, anzi. In realtà il brano di per sé non  è strettamente swing, anche se negli anni diversi jazzisti si sono cimentati con questo standard. La prima versione fu incisa da Will Bradley e dalla sua orchestra e, secondo Peter Sylvester, nel primo mese che seguì la pubblicazione ufficiale, furono vendute quasi un milione di copie.

Un brano non strettamente swing, si diceva: tuttavia meritava di essere menzionato per via della versione che registrò Glenn Miller, quella sì, più vicina ai canoni stilistici dello swing, pur conservando delle analogie col classico boogie woogie da pianoforte.

Il musicista/produttore e studioso Alex Germains, della facoltà di Musica della Liverpool Hope University, ha studiato a fondo la versione di Glenn Miller e ha sostenuto che gli anafoni sonici e cinetici ricordano il rumore di zoccoli di un cavallo ferrato e forse anche il suono di un motore a vapore (il fischio sembra essere dato dalla sezione degli ottoni) e di un treno che sferraglia sui binari.

Particolari che non sarebbero da considerare di secondo piano, considerando che il genere boogie woogie viene considerato – tradizionalmente – nativo del profondo sud rurale degli Stati Uniti. In più, secondo Germains, il testo aiuta a supporre in tale direzione, considerando che il brano è ambientato in Texas: In a little honky tonky village in Texas / There’s a guy who plays the best piano by far/When he plays with the bass and guitar / They holler, beat me up Daddy, beat me Daddy, eight to the bar…

Elementi che Glenn Miller ha preso dal boogie (il treno, il cavallo) e ha combinato, proseguendo in un’ambientazione da far west, che doveva inoltre risultare molto familiare alla popolazione nera delle città. Considerando che tra gli anni ’10 e nel corso degli anni ’20 quasi un milione e mezzo di americani di colore si inurbarono dalle aree rurali del sud verso le città del nord.

TESTO DI BEAT ME, DADDY: EIGHT TO THE BAR – D. RAYE, H. PRINCE, E. SHEEHY

In a little honky-tonky village in Texas
There’s a guy who plays the best piano by far
He can play piano any way that you like it
But the way he likes to play is eight to the bar
When he plays, it’s a ball
He’s the daddy of them all

The people gather around when he gets on the stand
Then when he plays, he gets a hand
The rhythm he beats puts the cats in a trance
Nobody there bothers to dance
But when he plays with the bass and guitar
They holler out, Beat me Daddy, eight to the bar

A plink, a plank, a plink plank, plink plank
A plunkin’ on the keys
A riff, a raff, a riff raff
A riffin’ out with ease
And when he plays with the bass and guitar
They holler out, Beat me Daddy, eight to the bar

He plays a boogie, he plays eight to the bar
A boogie woogie, that is the way he likes to play on his piano
And we all know
That when he plays he puts them all in a trance
The cats all holler Hooray
You’ll hear them say, Beat me Daddy, eight to the bar

In a little honky-tonky village in Texas
There’s a guy who plays the best piano by far
When he plays with the bass and guitar
They holler, Beat me up Daddy, beat me Daddy, eight to the bar

The people gather around when he gets up on the stand
Then when he plays, he gets a hand
The rhythm that he plays puts the cats in a trance
Nobody there ever bothers to dance
But when he plays with the bass and guitar
They holler out, Beat me Daddy, eight to the bar

A plink plink, a plank plank, a plink plank, plink plank
A plunkin’ on the keys
A riff riff, a raff raff, a riff raff
A riffin’ out with ease
But when he plays with the bass and guitar
They holler out, Beat me Daddy, eight to the bar

TRADUZIONE DI BEAT ME, DADDY: EIGHT TO THE BAR – D. RAYE, H. PRINCE, E. SHEEHY

In un piccolo lugubre villaggio in Texas
C’è un ragazzo che suona il miglior piano di gran lunga
Può suonare il piano come piace a te
Ma il modo in cui gli piace suonare è otto al bar
Quando suona, è una palla
È il padre di tutti loro

La gente si raduna quando va alla sbarra
Poi quando suona, prende una mano
Il ritmo che batte mette i gatti in trance
Nessuno si preoccupa di ballare
Ma quando suona il basso e la chitarra
Urlano: Battimi papà, otto al bar

A Plink, a plank, a Plink plank
A plunkin sulle chiavi
A riff, a raff, a riff raff
A Riffin’ fuori con facilità
E quando suona il basso e la chitarra
Urlano: “Battimi papà, otto al bar”

Suona un boogie, suona otto al bar
Un boogie woogie, questo è il modo in cui gli piace suonare al pianoforte
E lo sappiamo tutti
Che quando suona li mette tutti in trance
I gatti urlano Urrà
Li sentirai dire: Battimi papà, otto al bar

In un piccolo lugubre villaggio in Texas
C’è un ragazzo che suona il miglior piano di gran lunga
Quando suona il basso e la chitarra
Urlano: Picchiami papà, picchiami papà, otto al bar

La gente si raduna quando si alza sul banco dei testimoni
Poi quando suona, prende una mano
Il ritmo che suona mette i gatti in trance
Nessuno si preoccupa mai di ballare
Ma quando suona il basso e la chitarra
Urlano: Battimi papà, otto al bar

A Plink Plink, a plank plank, a Plink plank
A plunkin ‘sulle chiavi
A riff riff, a raff, a riff raff
A Riffin’ fuori con facilità
Ma quando suona il basso e la chitarra
Urlano: Battimi papà, otto al bar

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Pubblicato da:
Francesco Nicolini
Tags: Glenn Miller

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